martedì 14 aprile 2020

Neve d'Estate - Canti dall'Inferno - Estratti





Forse, se lei non avesse urlato.
Forse, se lei non l’avesse abbandonato.
Forse, se le suole delle sue scarpe nuove non fossero state così scivolose.
Forse… forse… forse…
Si dondolò amaramente sui talloni, stringendosi nella t-shirt leggera mentre il bosco iniziava ad esalare un’umidità fredda e pungente che gli ghiacciava persino le ossa.
O era il freddo della colpa.
Aveva continuato a ripetersi che non era stata colpa sua, che era stato solo un incidente, ma nelle sue mani tratteneva ancora l’impronta della resistenza del corpo di Sarah quando ne aveva respinto l’abbraccio, prima che il mondo andasse in frantumi.
Forse stava impazzendo. Forse, la mente sconvolta instillava nella sua pelle incubi di filo tagliente, ma contro il palmo destro continuava ad avvertire una resistenza più forte, più disperata.
Il figlio raccolto nel grembo di Sarah aveva scalciato poderosamente in risposta al terrore della madre, lottando invano per salvarsi la vita.
E nel momento stesso in cui si rendeva conto che il suo più atroce desiderio si stava realizzando, Michael aveva capito che, in fondo, non aveva mai realmente odiato il bambino che gli aveva rubato le attenzioni di sua sorella, i suoi lunghi abbracci caldi, balsamiche cure contro la rabbia dell’uomo che aveva dato loro la vita.
Nel fondo degli occhi gli era rimasto impigliato il raggio di luce che trasformava i capelli biondi di Sarah in un’aureola dorata e fluttuante intorno al suo volto dai tratti impalpabili. E il biancore pastoso del suo vestito leggero.
Come una coltellata inferta ancora, e ancora, e ancora, la sua mente continuava a replicare nelle sue pupille lo stesso insignificante dettaglio della stampa del suo abito a piccolissimi fiorellini azzurro ceruleo.
Ed era stato in quell’attimo, quando le sue mani avevano perso contatto col suo corpo e il calore di lei si era conficcato nei suoi palmi fino alle ossa in un alito rovente d’inferno, che Michael aveva capito di amare il bambino chiuso nel ventre di sua sorella.
Ma era troppo tardi.
Sarah aveva proteso una mano che lui non era riuscito ad afferrare, e per un lungo infinito attimo il mondo si era svuotato di ogni suono, di ogni senso.
Tra le braccia del vuoto, il corpo di Sarah aveva lottato, inutilmente, per trattenere nel petto quella sua vita così importante, così preziosa, ora che si era fatta portatrice di altra vita.
Poi, in un attimo sublime e mostruoso, era andata in pezzi. E i sogni di Sarah, e la casa, e il mondo, e l’intero universo con lei.
Dall’alto delle scale, Michael aveva visto il sangue allargarsi sul pavimento dell’ingresso, accarezzare con un macabro lucore vermiglio il corpo che giaceva disarticolato sull’ultimo gradino. E non aveva creduto a quello che vedeva.
Fuggire. In realtà  non l’aveva pensato, si era soltanto allontanato quanto più in fretta poteva dal luogo in cui il mondo aveva perso la propria logica, mostrandogli un orrore che non poteva, non doveva essere reale.
Ma il tempo, e la notte che era calata su di lui, gli avevano fatto capire che sì, era reale.
Sangue scarlatto era stato versato.
Era sgorgato dalle sue mani bianche, e sgorgava ancora, incessantemente, in un lento fiume carico di lamenti strazianti che penetravano dentro di lui come spine arroventate. Intanto il fiume si ingrossava, defluiva lento e doloroso fra le felci del sottobosco, insanguinava i fiori blu lapislazzuli che crescevano all’ombra delle fitte fronde estive, dissetando la vita degli alberi con la morte.
Morte innocente.
E dal livido cielo d’Agosto scendeva su di lui gelida neve, attanagliando il suo cuore in un abbraccio di ghiaccio che ne atterriva il battito.
La neve della colpa.
Michael protese una mano tremante, un fiocco si posò nel mezzo del suo palmo, lanciando un debole scintillio metallico prima che la sua epidermide lo assorbisse.
Il figlio di Sarah era morto.
Aveva ucciso sua sorella.
Aveva ucciso il suo bambino.
Aveva ucciso l’ordine del mondo.



Canti dall'Inferno - Linea di Michael

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.