giovedì 1 agosto 2019

Estinzione

Sono stanca.
Di quella stanchezza profonda, abissale, che ti sovrasta e ti schiaccia.
Mi sento ridotta in frantumi.
Perché il mondo è un mostro crudele.
Non c'è amore, non c'è compassione, non c'è empatia, nel genere umano.

Più la guardo, questa umanità, e la trovo disumana e sadica.
Più la guardo, questa umanità, e mi rendo conto di quanto normalizzi la violenza, l'indifferenza e l'odio.

Non è una mera questione di soldi e potere.
Non è un mero bisogno di sentirsi al di sopra per non riconoscere di essere umanamente delle merde.
Piuttosto è un'attrazione malsana verso l'autodistruzione.
Nella storia, di tutte le invenzioni più straordinarie si è sempre trovato il migliore uso per distruggere il prossimo.
L'essere umano ha inventato la tortura, giustificandola con la ricerca della verità.
L'essere umano ha inventato la prigionia, giustificandola con la necessità di punire e isolare chi diveniva pericoloso per il nucleo sociale.
L'essere umano ha inventato un metodo per sfruttare l'energia nucleare, e ha deciso di farci una bomba.

Se possiamo scegliere di coltivare un fiore o di coglierlo, noi sceglieremo di coglierlo, perché l'esclusivo possesso di quel fiore, anche se per un tempo estremamente effimero, vale più della sofferenza che gli infliggiamo, uccidendolo.
Perché il nostro ego, sempre e comunque, ha la priorità su tutto. E l'ego è un'entità sadica e crudele.
Nessuno è escluso, tutti abbiamo un ego crudele, tutti abbiamo un ego che cerca di urlare più forte, anche se di fronte a certe cose, quell'ego dovremmo renderci conto che non vale un cazzo di niente, è solo un bambino che pesta i piedi chiedendo la luna nei momenti più inappropriati.

Dobbiamo imparare a vedere dentro le altre vite, guardarle negli occhi. Quando lo faremo, vedremo davvero nella loro anima, e ci accorgeremo che, qualsiasi sia la forma del loro corpo, quella sofferenza è uguale alla nostra, che le sue emozioni sono uguali alle nostre.
E lenire quel dolore, sostenere una vita, salvarla, equivale a salvare noi stessi.
Dobbiamo ricordare che siamo tutti uno, e che l'altro siamo noi.
L'altro sei tu, che stai leggendo.
L'altro sono io, che sto scrivendo.
L'altro è la foglia che fruscia sul ramo fuori dalla finestra.
L'altro è il bambino che piange vicino al corpo della madre massacrato da una bomba.
L'altro è il politico ottuso che non capisce che il suo popolo muore di fame.
L'altro è il cane affamato legato alla catena.
L'altro siamo noi.
Tutti noi.
Perché ciascuno di noi è l'altro di qualcun altro.
Ricordiamo di trattare gli altri con lo stesso tatto, la stessa premura, lo stesso amore che avremmo per noi stessi, perché significa essere delicati, premurosi e amorevoli verso noi stessi.
Ricordiamo come essere davvero esseri umani.
Perché l'abbiamo dimenticato.
Perché ascoltiamo l'ego. E al suo seguito siamo diventati crudeli e sadici... e vuoti.
Siamo diventati il cancro del pianeta Terra.
Siamo un virus, una malattia per la Natura.

E io sono stanca, perché a volte penso che non riusciremo mai a ricordare davvero tutto questo, e continueremo a distruggerci e distruggere il mondo.
E allora penso che l'estinzione potrebbe essere la soluzione migliore.

Apocalisse seconda tromba Paolo Barbieri
Illustrazione di Paolo Barbieri

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