sabato 24 settembre 2022

Bambole - Notturno d'Amore Rosso - Estratti





Sedeva compostamente, tenendo in grembo la nuova bambola che suo padre le aveva portato da Vienna.
Ogni volta che tornava da uno dei suoi viaggi, le portava una bambola da esposizione. Un pezzo unico per la sua unica figlia.
Ciascuna di esse andava a occupare uno spazio chiuso nelle tenebre atto a colmare, in maniera distorta e infruttuosa, il vuoto feroce della sua infinita assenza.


Le bambole di porcellana avevano così scandito la sua solitaria infanzia in quella casa troppo sontuosa e troppo grande, perennemente avvolta nel buio.
Eleonora le teneva sollevate tra le braccia, delicatamente per non sciuparle, ma senza amore.
Ne rimirava le morbide gonne di velluto, i cappelli merlettati, i nastri nei capelli, le collane di minuscole perle. Sentiva premere contro le dita quei corpi di porcellana rigidi e freddi sotto i tessuti preziosi.
Quei corpi senza cuore.
Senza sangue.
Aliene ai sentimenti dei vivi. Aliene alla sua disperazione. Al suo odio per i loro fragili cadaveri, per la loro bellezza inumana.
Fissando ogni giorno l’esercito di bambole che aveva accumulato negli anni, Eleonora si era infine resa conto che quelle cose fredde e immobili erano i primi vampiri della sua vita.
Si nutrivano del suo dolore e lo rilasciavano come un dolce profumo di eterna insoddisfazione tra gli effluvi floreali che aleggiavano nella sua camera da letto.
Le odiava.

Notturno d'Amore Rosso
Bambole

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